28 agosto 2013

Hola, que tal los toros?

Alcuni aspetti della vita sociale spagnola, sono molto differenti da quello a cui siamo abituati noi ed in alcuni casi, talmente differenti, che per evitare di causare fraintendimenti ed in alcuni casi, vere e proprie figuracce, è bene conoscerli, sopratutto quando la padronanza della lingua, non permette ancora di rimediare.
Alcuni di questi, diventeranno un giorno un articolo di questo blog.

Come salutare (i gesti)
Gli spagnoli hanno un carattere molto aperto e sociale, che sopratutto nel cosiddetto "primo approccio" è molto diverso dal nostro. Tendono infatti ad accorciare i tempi per entrare in confidenza con chi ancora non si conosce. E questo, chiaramente, si traduce in alcune convenzioni nel salutare, piuttosto curiose e simpatiche.
Crearsi un gruppo di conoscenze (al lavoro o all'università) è relativamente più semplice che da noi. Sempre che tu abbia almeno una conoscenza media dello spagnolo e sei disponibili a farle, chiaramente. Noterai che tra ragazzi ci si saluta con una stretta di mano, se il rapporto è ancora a livello di semplice conoscenza, mentre con un abbraccio se ci si conosce da tempo e non ci si vede da tempo. Mai con un bacio, come accade da noi.
Mentre tra ragazzi e ragazze (o tra ragazze), ci si scambiano due baci. Sempre, anche se la ragazza te la presentano per la prima volta. 
Ah, il bacio è al contrario. Quindi attenzione alle testate ;) 
Questo vale anche nell'ambiente di lavoro dove, come ho indicato nel relativo articolo, è quasi obbligatorio salutare tutti, nei modi che ti ho appena indicato. Sì, anche a lavoro, le colleghe si salutano con due baci.
Nel caso del “bacio” c'è qualche eccezione, che però decide la persona che ti presentano. Infatti, nel caso la ragazza e/o signora sia una tua superiore sarà lei a decidere se darti la mano o due baci. Lo stesso capita se ti presentano una donna più anziana di te fuori dall'ambito lavorativo. 
Quindi ora starai pensando, "il momento della presentazione dura un secondo…come capisco se devo darle la mano o due baci?" Sara la Lei in questione, che te lo farà capire. Ma mi raccomando, tu non ti sbagliare proprio nel primo approccio. :)

Come salutare (Le parole)
Normalmente è buona educazione salutare ogni qualvolta si incontra o lascia qualcuno. Ed a Madrid lo è ancora di più. Con qualche differenza rispetto a quello a cui siamo abituati in Italia.

Di persona:
Il "ciao" non si usa mai quando di incontra qualcuno, ma solo quando ci si saluta. Anche se è più diffuso hasta luego (una sorta di arrivederci nostrano) e adios
Ed allora come si saluta quando ci si incontra? Semplice… il famosissimo Hola seguito da que tal? 
Però non aspettarti la risposta e non serve che tu la dia.
Quindi, Hola, que tal? indica, "Ciao, come stai/va?"
Ci sono altre forme, ma queste sono sufficienti negli approcci informali
Altrimenti, "buenos dias, tardes, noches”. Ricordati che qui "buenas noches" vale anche come "buona sera", dopo le 19 circa… più o meno. Non essere così fiscale.

Al telefono:
Il nostro "pronto" chiaramente non si può usare. Tra l'altro vuol dire "presto" e ricordo che, quando i primi tempi risposi così alla chiamata dell'idraulico, creai un momento di imbarazzo telefonico che non lo dimenticherò facilmente. Ci sono varie forme, tra le quali digame (se usate il "lei") o dime (nel caso del "tu") o meglio, sin mas ;)

Madrid non è una città di madrileni
Madrid è la città cosmopolita spagnola per eccellenza. Oltre alla presenza di stranieri non ispanici, troverete una presenza notevole di originari del sudamerica facilitati chiaramente dalla lingua, e sopratutto, spagnoli proveniente da ogni regione e città del Paese. Piccolo particolare, la percentuale di catalani è molto bassa. 
Di riflesso, in questi 7 anni ho incontrato pochissime persone originarie di Madrid. Per originarie intendo almeno di 2 generazioni. Questo chiaramente è una ricchezza e un vantaggio, ma può generare qualche problema quando ancora il tuo livello di spagnolo non è perfetto.  In un articolo sulla lingua, spiegherò perchè.

Addio al nubilato/celibato
Ti chiederai perchè tratto questo argomento, quando probabilmente non ti capiterà di sposarti. Almeno all'inizio. 
Perchè potrai incontrare, durante i fine settimana, gruppi di ragazzi/e vestiti come a…carnevale. Saranno chiaramente solo gruppi di ragazze o di ragazzi, con uno/a di loro, il futuro sposo/a, a cui verrà appunto dedicato l'ultimo giorno da celibe/nubile. Partecipare a queste goliardate è molto divertente, ma, come è logico immaginare, avverrà solo in caso di un rapporto di confidenza con la persona che si sposa. 

Nazionalismo iberico
Gli spagnoli sono nazionalisti. Su tutto. Dal cibo, alla cultura, alla lingua, alle questioni sportive. Vuoi evitare di entrare in discussioni infinite e che tra l'altro non ti porteranno da nessuna parte, se non a perdere tempo, fiato e magari anche un'amicizia? Evita di affrontare l'argomento e quando ti capiterà di ascoltare una discussione del genere, visto che quasi mai sarà per una questione italo-spagnola, lascia perdere. Ah, le discussioni italo-spagnole, riguardano esclusivamente la bontà del cibo (olio e prosciutto in particolare), la nazionale di calcio, la pasta e la pizza.
Personalmente questo atteggiamento di difesa della propria cultura, se non portato all'eccesso, come spesso (ma non sempre) accade qui, lo trovo positivo.

Gli spagnoli urlano
Ok, è esagerato, non è che strillino, però sì, parlano a voce alta. Molto alta. In metro, a casa, tra amici, al telefono. Non ti preoccupare. Non sono arrabbiati. 

Ho fame, quando si mangia!?
Dimenticati gli orari italiani. E se vieni dal nord Italia, il tuo adattamente sarà ancora più complicato. La prima regola. Non ci sono orari per mangiare. Ovvero per il pranzo si mangia generalmente tra le 2 e le 3 e mezzo e per la cena dalle 21 alle 22. Generalmente vuol dire che ognuno decide come vuole ed ogni giorno l'orario può essere differente dal giorno precedente. C'è l'abitudine di fare l'aperitivo, ma l'orario è praticamente impossibile indicarlo. Mi ci è voluto un pò per abituarmi a pranzare, a volte, anche alle 16. Ma alla fine lo preferisco allo stress degli orari italiani. 
Lo stress... una parola che gli spagnoli non conoscono, eccetto quando sono nel traffico.

I passaggi pedonali e le code
Ci sono due aspetti che noi italiani (soprattutto quelli come me, da Roma in giù) facciamo fatica ad assimilare vivendo a Madrid. Le strisce pedonali e rispettare la fila. Se attraversare la strada nel centro di Roma o di Napoli, è la tua personale sfida quotidiana per la sopravvivenza, qui puoi stare tranquillo. Non ti dovrai preoccupare, perchè si fermano tutti, ma proprio tutti, vedendoti vicino alle strisce pedonali, anche se non hai intenzione di attraversare la strada. Se invece, come è logico, attraversi fuori da quest'ultime, allora rischi davvero la vita.
Le code sono ordinate. Sull'autobus, sulle scale mobili (si “sosta” sulla destra), alla posta ed in genere dove necessario, si sta in fila indiana. E se, come per salire sui treni, non si usa questa semplice norma, non è comunque buona norma farsi spazio come se stessi in una mischia di rugby.

Los encierros
Le tradizioni, sia religiose che laiche, sono molto radicate in Spagna. Ogni città ha il suo santo patrono (Madrid ne ha due, uno maschio ed uno femmina), a cui si aggiungono le feste religiose durante la Pasqua. Ah, a proposito, il Natale non è così sentito come da noi, mentre al contrario il giorno la Befana, qui “Re Magi” è quella che tutti I bambini (e non solo) aspettano per ricevere I regali.
Dicevamo...durante la festa del patrono, si è soliti organizzare los encierros. Vengono chiuse le strade principali della città e fatti passare i tori. Immagino che Pamplona sia talmente famosa che non c'è bisogno nemmeno di spiegare oltre. Bene, el encierro di Pamplona è quello più famoso, ma ogni città che si rispetti, ha il suo proprio, durante la sua festa della città. (A Madrid questo non avviene più da anni).
Non ho mai partecipato a nessuna di queste feste, nè ho assistito mai ad una corrida, ma questo esula da questo articolo e da questo blog. Molte delle feste religiose della capitale spagnola, meritano, almeno una volta, di parteciparvi. 
In questo link un elenco, che non so però assicurarti essere completo 

Chiamami Paco, Javi, Nacho, ...
Ho sempre odiato I soprannomi ed i diminutivi, come i nostrani “beppe”, “checco” etc. mentre qui a Madrid, ed in genere in tutta la Spagna, invece sono diffusissimi, al punto che non usare il corrispondete diminutivo, può generare quasi in un'offesa.
Ne indico tre tra i più diffusi. Tutti maschili. Paco sta per Francisco, Javi sta per Javier, Nacho sta per Ignacio. E' talmente diffuso che se un bimbo viene battezzato come Francisco, dal giorno dopo lo chiameranno Paco ;)

2 commenti:

  1. Ciao Paolo! Che bello anche il tuo di blog! Vivi a Madrid?

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  2. Grazie Valentina!
    Sì, vivo da molti anni a Madrid, anche se in queste settimane di ferie sono ritornato romano :)

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